La realizzazione del cosiddetto U-Space costringe tutti a fare qualche riflessione riguardo droni e fonia aeronautica: in pratica avremo velivoli pilotati remotamente (droni o UAS, come il regolamento EASA li chiama tecnicamente) e velivoli con persone a bordo, che condivideranno porzioni di cielo e che quindi dovranno per forza coordinarsi fra loro.
Personalmente mi domando come, visto che ad oggi nel corso per la licenza di pilotaggio droni non è previsto un corso di fonia aeronautica. In pillole come possono due piloti, uno a terra ed uno in volo, coordinarsi se non parlano lo stesso linguaggio.
L’annesso 11 ICAO descrive lo scopo delle telecomunicazioni aeronautiche, ovvero “evitare collisioni fra aeromobili in volo ed aeromobili a terra”. Sembra un obbiettivo facilmente raggiungibile, ma analizzandolo a fondo emergono tantissime problematiche che per quanto riguarda l’aviazione manned (quella con pilota a bordo) sono state eviscerate e ad oggi si è arrivati ad un elevato livello di sicurezza.
“The prime objective of air traffic services, as defined in the Annex, is to prevent collisions between aircraft, whether taxiing on the manoeuvring area, taking off, landing, en route or in the holding pattern at the destination aerodrome. The Annex also deals with ways of expediting and maintaining an orderly flow of air traffic and of providing advice and information for the safe and efficient conduct of flights and alerting service for aircraft in distress.”
ICAO, Annex 11
Cosa succederà quando un UAS, come vengono chiamati i droni oggi, condividerà lo stesso cielo, anche se a quote differenti, con altri aeromobili manned ed unmanned ovvero con e senza pilota a bordo?
La prima domanda che mi faccio è: con quale strumento comunichiamo?
Le radio aeronautiche parlano fra di loro utilizzando un’onda diretta, il che significa che fra i due apparati che partecipano alla trasmissione non ci devono essere ostacoli.
Questo è un bel problema, i droni di oggi non hanno a bordo una radio aeronautica ed averla a bordo comporterebbe un notevole peso da trasportare, limitandone quindi l’efficienza ed il loro range di utilizzo, ma soprattutto ponendoli in una classe di peso importante anche per il regolamento in vigore.
Le comunicazioni, almeno per i droni, dovranno quindi partire dalla stazione a terra ovvero dal pilota remoto ma come? Dovremo inventarci qualche cosa come ad esempio connessioni internet che ripropongono il messaggio in frequenza e vice versa. Vedremo cosa ci riserverà il futuro e la tecnologia.
Ma il secondo problema sarà addestrare il pilota di droni all’utilizzo della radio aeronautica e soprattutto dei servizi aeronautici. Le scuole dovrebbero inserire nel calendario un corso di fonia aeronautica che insegni ai piloti remoti fraseologie, comportamenti e regole da seguire durante il volo oltre ovviamente a renderli consapevoli dello spazio aereo che stanno interessando e delle sue regolamentazioni.
Sicuramente con l’evoluzione dei regolamenti e U-Space saranno predisposte quote limite, spazi interdetti etc., ma si sa, gli incontri nel cielo sono frequenti e con l’inserimento dei droni negli spazi aerei si presenteranno con maggiore probabilità.
Non è affatto strano e inusuale che, per motivi meteorologici, un aeromobile scenda di quota per rimanere in VFR (regole del volo a vista), come sarà possibile che un drone sconfini verticalmente invadendo lo spazio aereo occupato da altri aeromobili. Sappiamo che l’altimetro ci da una quota relativa alla pressione che impostiamo sullo strumento, quindi dovremo avere droni il cui software consenta di modificare, come avviene negli aeromobili, la pressione di riferimento? Oppure dovremmo tutti, e per tutti intendo VDS, Volo Libero, Aviazione Generale etc. volare per livelli?
Non sarà facile, ma sicuramente l’obbiettivo che raggiungeremo sarà una consapevolezza sia nei piloti di aeromobili che di droni, e la crescita della cultura aeronautica di entrambi per arrivare ad un alto livello di sicurezza che renda la condivisione dello spazio aereo sicura.
Una risposta
Assolutamente d’accordo, sta capitando di continuo, aerei da diporto sportivo e incontro ravvicinato con i DRONI oggi uas. Proprio ieri è capitato questo inconveniente, drone altezza AEREO che aveva comunicato posizione alla torre di Napoli-Capodichino.L’ENAC PREFERISCE RILASCIARE ATTESTATI A2 IN REMOTO, PIUTTOSTO CHE FAR FARE CORSI DI SICUREZZA VOLO AI CENTRI DI ADDESTRAMENTO ,OGGI RE,AI PILOTI DI UAS.
CHE DIRE……